La studentessa Lavinia Alcamo vince il titolo mondiale

Dal 23 al 27 ottobre scorso si sono svolti a Buenos Aires i campionati mondiali di Karate “IKU World Championship Argentina 2024” e la nostra studentessa Lavinia Alcamo si è distinta portando a casa il titolo mondiale! Per questo motivo abbiamo pensato di condividere con lei questa straordinaria esperienza facendole qualche domanda.

Ciao Lavinia,

intanto ancora complimenti per l’importante traguardo raggiunto. Sicuramente la tua esperienza può essere uno stimolo per tanti tuoi coetanei e allora ci piacerebbe saperne di più.

D: Partiamo dall’inizio, a che età hai iniziato a praticare il karate? Hai capito subito che sarebbe diventata una grande passione?

R: Ho iniziato a fare karate quando avevo sette anni seguendo mio fratello che si era iscritto al corso e perché ero attratta dagli sport “tosti”. Non avevo grandi aspettative e mai mi sarei aspettata di poter ottenere due titoli mondiali. Devo tutto al mio maestro Eduardo Nava che da subito ha visto qualcosa in me e che mi ha seguito con una grande passione che è riuscito a trasmettermi. Infatti in poco tempo ho iniziato a vedere grandi miglioramenti e già prima di diventare un’atleta agonista avevo guadagnato circa tredici medaglie d’oro.

D: Praticare una disciplina a livello agonistico richiede sicuramente una forte determinazione ma anche grande disciplina e molto esercizio. Come riesci a conciliare la tua vita sportiva con quella scolastica e quella personale? Quanto è difficile, se lo è?

R: Sembra scontato da dire ma ciò che mi permette di allenarmi e studiare tutti i giorni è l’organizzazione: appena esco da scuola cerco di pianificare come si svolgerà il resto della giornata in base agli impegni del giorno successivo e di quelli dopo. A volte non riesco a portare a termine tutto quello che ho in programma, ma la disciplina è quella che mi dà la forza. Cerco di fare del mio meglio ogni qual volta ne ho la possibilità, a volte però questo mio bisogno di far bene tutto mi ha portato a periodi di grande stress, per cui sto imparando a bilanciare meglio gli sforzi. Per quanto riguarda la mia vita personale durante la settimana gli impegni sportivi e scolastici assorbono tutto il tempo ed è durante i fine settimana che mi dedico alle uscite con gli amici, anche se a volte ne approfitto semplicemente per riposarmi! Ciò di cui mi rendo conto è che il tempo sembra non basti mai e che sono tanti i sacrifici che bisogna fare per ottenere buoni risultati, per me come per tanti altri studenti come me. Quindi ritengo che sia davvero importante ricevere dei riconoscimenti esterni al proprio impegno, ed in questo momento ricevere attenzioni dai miei compagni, dai docenti, dalla scuola, mi sta ripagando di tutti i sacrifici fatti per arrivare qui.

D: Raccontaci un po’ di questa tua bellissima performance che ti ha portato a vincere il titolo mondiale! Quanto è stato emozionante?

La mattina della gara ero carichissima e sono stata tra le prime a combattere, quindi ho avuto giusto il tempo di riscaldarmi ed ero già sul tatami di fronte alla mia prima avversaria. Le brasiliane e rumene in particolare hanno un modo di combattere diverso da noi italiani: sono più aggressive e tecnicamente meno raffinate. Proprio perché avevano uno stile diverso dal mio gli incontri sono stati molto impegnativi. Al termine dell’ultimo combattimento non mi ero resa conto che ero appena diventata campionessa del mondo per quanto ero concentrata: la felicità è arrivata dopo. L’allenatrice che mi ha seguita durante gli incontri mi ha continuamente incitata per riuscire nella vittoria: senza non credo che ci sarei potuta arrivare. Anche il tifo dei miei compagni di squadra è stato fondamentale. Dopotutto il karate non è proprio uno sport individuale, infatti ciò che mi è rimasto più impresso di questa esperienza sono le persone con cui ho trascorso un lungo viaggio e condiviso emozioni.

D: Hai qualche consiglio da dare a chi come te desidera raggiungere con successo i suoi obiettivi?

R: Non sento di avere così tanta esperienza da condividere grandi consigli: la disciplina per me è stata ed è fondamentale. Vorrei solamente riportare una frase di Bertold Brecht che mi ripeto spesso: “Chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso”. E per chi crede di non potercela fare ricordo che una cintura nera è una cintura bianca che non ha mai mollato.

D: Un’ultima domanda. Come ti vedi da grande?

R: Per quanto riguarda il karate non smetterò mai di voler migliorare, per la scuola di imparare e per tutto il resto di vivere felice con le stesse persone che già conosco e anche di nuove che incontrerò. Non so di preciso che lavoro farò, per ora cerco di godermi il presente.

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